Pasta, Antitrust multa i produttori

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luna-78
view post Posted on 26/2/2009, 13:20




Pasta, Antitrust multa i produttori

Una sanzione da 12,49 milioni di euro

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L'Antitrust contro il "cartello della pasta". L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha sanzionato le maggiori aziende del settore e l'associazione di categoria Unipi per aver concertato, nel corso del 2006 e 2008, gli aumenti dei prezzi di vendita della pasta secca di semola. Rincari che hanno raggiunto il 51%. La multa è salata: oltre 12 milioni di euro. I produttori si difendono. Le associazioni dei consumatori chiedono rimborsi.


L'Antitrust multa i produttori di pasta
Nel mirino dell'Antitrust il 90% delle aziende che producono pasta e le associazioni di categoria. La multa complessiva, per quello che è considerato un cartello nella determinazione del prezzo dei loro prodotti, è di poco inferiore ai 12,5 milioni di euro "Le multe sono state determinate tenendo conto dell'eccezionale incremento del costo della materia prima e della situazione di difficoltà del settore", spiega una nota dell'Autorità.

Tra le società sanzionate ci sono Amato, Barilla, Colussi, De Cecco, Divella, Garofalo, Nestlé, Rummo, Zara, Berruto, Delverde, Granoro, Riscossa, Tandoi, Cellino, Chirico, De Matteis, Di Martino, Fabianelli, Ferrara, Liguori, Mennucci, Russo, La Molisana, Tamma, Valdigrano, insieme all'Unipi,Unione Industriali Pastai Italiani. Queste, per l'Antitrust, hanno posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza finalizzata a concertare gli aumenti del prezzo di vendita della pasta secca di semola da praticare al settore distributivo".
"Sono invece risultate estranee all'intesa, a diverso titolo, le società Gazzola, Mantovanelle e Felicetti, nei confronti delle quali era stata ugualmente avviata l'istruttoria", aggiunge la nota.

Le multe variano dagli oltre 5 milioni di euro per Barilla all'1,4 milioni di euro per De Cecco, agli oltre 1,2 milioni per Divella, i 364mila euro per Amato, i 474mila per Garofalo, i 748mila euro per Colussi fino ai 20.000 euro per Tamma.

L'Autorità ha sanzionato, con 1.000 euro, anche l'intesa realizzata da Unionalimentari, Unione nazionale della piccola e media industria alimentare, che, in quanto associazione d'impresa, ha divulgato una propria circolare per indirizzare gli associati verso un aumento uniforme di prezzo.

Per la pasta rincari fino al 51%
Secondo l'Antitrust, le due intese hanno avuto effetti evidenti sul mercato in termini di aumento medio dei prezzi di cessione alla grande distribuzione organizzata e, conseguentemente, del prezzo finale praticato dai distributori ai consumatori".
In particolare, spiega la nota, l'intesa realizzata da Unipi e dai 26 produttori è durata dall'ottobre 2006 almeno fino al primo marzo 2008.

Dal maggio 2006 al maggio 2008 il prezzo di vendita della pasta al canale distributivo ha registrato un incremento medio pari al 51,8%, in buona parte trasferito al consumatore, visto che il prezzo finale è cresciuto nello stesso periodo del 36%.

L'istruttoria, aggiunge il comunicato, ha dimostrato che alcune società hanno inoltre svolto un particolare ruolo di coordinamento dell'organizzazione dell'intesa, operando anche in stretta connessione con Unipi, con riunioni ristrette finalizzate a monitorare l'andamento dei listini e la 'tenuta' dell'intesa.
L'Autorità, nel calcolare le multe relative all'intesa tra le 26 aziende e l'Unipi, ha considerato la durata della partecipazione delle singole imprese all'intesa.
L'Antitrust ha invece applicato una riduzione dell'importo base per le società che hanno registrato perdite d'esercizio.
"L'Antitrust ha infine valutato, al fine di un'ulteriore riduzione della sanzione, il comportamento di Barilla che, in sede di audizione finale, ha dimostrato di voler attenuare le conseguenze dell'infrazione commessa, attraverso l'attuazione di nuove politiche commerciali".


Associazioni dei consumatori: "Ora restituire i soldi"
L'intervento dell'Antitrust, che ha stabilito delle pesanti multe per i pastai, ''è positivo'' secondo le associazioni dei consumatori. ''L'indagine, aperta su apposita denuncia formale della Federconsumatori - scrive l'associazione in una nota congiunta con Adusbef - ha confermato l'ipotesi di un vero e proprio cartello nella determinazione dei prezzi della pasta che, tra il 2007 ed il 2008, secondo quanto registrato dall'Osservatorio Nazionale Federconsumatori hanno subito incrementi fino a toccare vette del 35%''. ''Questa operazione, del tutto inaccettabile, ha avuto pesantissime ricadute sui consumatori. Nello specifico, una famiglia che consuma in media un chilo di pasta al giorno, ha speso ben 146 euro in più l'anno. In aggiunta a ciò, continua la corsa al ribasso del grano, cioè la materia prima da cui si ricava questo prodotto, che, da gennaio 2008, è calato di ben il 60%, passando da 0,48 euro a 0,19 euro al kg.

Alla luce di quanto accaduto, chiediamo un risarcimento dei danni subiti dalle famiglie italiane e una riduzione immediata, di almeno la metà, del prezzo della pasta - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef - Inoltre, riguardo alle affermazioni di chi dovrebbe vigilare sui prezzi, che dichiara addirittura un contenimento del prezzo della pasta, ci auguriamo di aver letto male, perchè non risulta né a noi, né tanto meno alle famiglie che continuano a pagare caro questo prodotto fondamentale''.

Secondo il Codacons si tratta di ''una vittoria del Codacons e dei consumatori italiani. Nel 2008 abbiamo più volte denunciato all'Autorità come i prezzi al dettaglio della pasta crescessero senza alcuna ragione, mentre il costo del grano diminuiva sensibilmente (fino al -62%) - spiega Rienzi - Una speculazione ora confermata dall'Antitrust, che ha determinato un danno non indifferente per le famiglie italiane, ognuna delle quali nel 2008 ha speso 140 euro in più solo per gli aumenti ingiustificati su pane e pasta''.
Questi soldi ''adesso devono essere restituiti ai consumatori: invitiamo - prosegue la nota - cittadini che hanno conservato scontrini o altri documenti che attestino l'acquisto nel periodo 2006/2008 di pacchi di pasta delle aziende multate, a chiedere dinanzi ai giudici di pace il rimborso delle maggiori somme pagate a causa del cartello anticoncorrenza. Gli avvocati della nostra associazione sono a disposizione degli utenti per la necessaria assistenza legale''.

I produttori di pasta: "Nessuna intesa"
L'associazione rappresentativa dei pastifici italiani, l'Unipi, a fronte della maxi multa inflitta dall'Antitrust replica che nessuna intesa restrittiva della concorrenza è stata fatta tra le aziende produttrici per influenzare i prezzi della pasta di semola.
"Relativamente alla conclusione del procedimento riguardante i listini dei prezzi della pasta condotto dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l'UN.I.P.I - Unione Industriali Pastai Italiani -si legge nella nota- ribadisce che nel settore non vi sono state speculazioni, né si è mai configurato alcun accordo lesivo degli interessi dei consumatori".

Tgcom
 
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